
Carne ovina, pilastro di cultura italiana
Carne ovina, colonna portante della tradizione italiana, antesignana dell’innovativa produzione grass fed. La carne ovina ricopriva un ruolo molto importante già per gli antichi Romani e anche durante il medioevo permise lo sviluppo di piccole comunità peninsulari. I Longobardi diffusero al nord prevalentemente gli allevamenti bovini, concentrando al centrosud e nelle isole quelli ovini, impostazione riscontrabile a tutt’oggi. L’allevamento ovino è distribuito, infatti, per il 52% in Sardegna e Sicilia, per il 22% nel centro e per il 21% nel sud Italia. Nel 2009, secondo dati FAO, si contavano quasi 7 milioni di esemplari; le razze maggiormente diffuse sono: Sarda, Comisana, Delle Langhe, Massese, Merinizzata, Italiana, Appenninica, Bergamasca.
Le differenti specie vengono allevate in base all’attitudine ad offrire lana, latte o carne. L’associazione Slow Food promuove iniziative volte a preservarne alcune dall’estinzione, come la Altamurana e la Villnosser Brillenschaf (pecora dagli occhiali di Val di Funes).
La carne ovina è per antonomasia carne grass fed, per costume ed esigenza l’unica carne italiana allevata con transumanza e per questo ricca di note saporite, derivate da pascoli ricchi di piante aromatiche. Sono sempre più numerose le strutture stanziali (“stallini”), ma le tipologie brado e semibrado (a conduzione familiare) rappresentano la maggioranza